Lo stato del sistema pensionistico svizzero è paragonabile a un aeroplano con una traiettoria che in pochi anni ci porterà allo schianto. Concretamente, la rotta è quella di una voragine finanziaria miliardaria entro il 2030, a carico delle prossime generazioni. Per evitare lo schianto, occorre cambiare rotta con urgenza!
L’AVS si trova già da tre anni nella cifre rosse (circa mezzo miliardo lo scorso anno) e le casse pensioni non possono più garantire a lungo termine le rendite ai loro assicurati. I perché sono noti a tutti: la speranza di vita aumenta, la proporzione di persone in pensione rispetto a chi lavora cresce rapidamente e il livello dei tassi d’interesse è vicino allo 0%. I sistemi pensionistici sono d’altronde sotto pressione in tutto il mondo. Infatti, nella maggior parte dei paesi europei si sta procedendo ad innalzare l’età di pensionamento (p.es. la Germania con un’età di pensionamento di 67 dal 2030, la Danimarca con un’età di pensionamento di 67 dal 2022, l’Olanda e l’Italia con un’età di pensionamento di 67 dal 2021). In Svizzera fortunatamente per il momento, con la riforma PV2020, si è optato per un’altra via.Negli ultimi venti anni ogni tentativo di riforma nel nostro paese è caduto. La necessità di riformare il nostro sistema pensionistico è ora più urgente che mai. Non possiamo andare avanti stando fermi. Per risanare un sistema pensionistico, occorre però essere chiari: o si lavora più a lungo o si paga di più.  Se tutti ci limitassimo a pensare solo alla nostra situazione personale vi sarebbero solo contrari. Questa riforma chiede sacrifici a tutti, lo fa però in modo equilibrato.
L’oggetto al voto è un mix di scelte necessarie, ma nel complesso equilibrate. Il calo tasso di conversione dal 6,8 al 6% nella previdenza professionale è compensato con l’aumento del processo di risparmio nel 2° pilastro e l’aumento di 70 franchi mensili delle rendite AVS. Le rendite per coppie sono aumentate leggermente. La parificazione dell’età pensionistica uomo-donna è accompagnata da una maggiore flessibilità sull’età effettiva di pensionamento. La sicurezza del finanziamento fino al 2030 è garantita grazie a un leggero aumento dell’IVA (0,3% dal 2018, 0,3% dal 2021) e a un modesto aumento dei contributi sui salari (0.15% a carico del dipendente e 0.15% a carico del datore di lavoro). Detto in parole povere: il livello delle prestazioni viene mantenuto aumentando moderatamente le entrate.
Chi chiede un’altra riforma o misure più incisive, si dimentica della democrazia diretta! Il Popolo ha l’ultima parola, e ciò impone compromessi equilibrati. La riforma PV2020 è un compromesso equilibrato di numerose misure, con una corretta simmetria dei sacrifici e qualche miglioramento. Il tutto permette di risanare la situazione finanziaria del nostro sistema pensionistico fino al 2030.
Nei prossimi anni saranno necessari ulteriori passi e occorrerà ritrovare la capacità di riforma dei primi anni dell’AVS (10 riforme nei primi 50 anni dell’AVS, ovvero una ogni 5 anni). Ora si impone in modo urgente una prima importante correzione di rotta. Il 24 settembre è quindi vitale votare un doppio SI.

Opinione pubblicata su Corriere del Ticino, 30.09.2017