A cadenza regolare cittadini e commentatori lamentano una crescente complessità dei temi oggetto di votazioni federali. Vi è certamente un fondo di verità, ma la democrazia diretta elvetica è viva e variegata.
Il 23 settembre prossimo malgrado un titolo dell’oggetto molto istituzionale “Decreto federale del 13 marzo 2018 concernente le vie ciclabili, i sentieri e i percorsi pedonali (controprogetto diretto all’iniziativa popolare «Per la promozione delle vie ciclabili e dei sentieri e percorsi pedonali – Iniziativa per la bici»), la domanda sarà di facile comprensione. Vogliamo inserire nella Costituzione un impegno federale a favore della mobilità ciclistica? Come già oggi la Confederazione svolge un ruolo di coordinatore nella promozione di sentieri e percorsi pedonali? La risposta quasi unanime del Parlamento e del Consiglio federale è stata SI.La mobilità in bicicletta è in forte crescita in tutte le regioni del Paese. A livello internazionale vi sono molti esempi virtuosi. Nella Città di Berna tra il 2014 e il 2017 il numero di persone che si è spostato in bicicletta è aumentato del 35%. La visione 2030 prevede che il 20% degli spostamenti intra-urbani si svolga su due ruote. La bici è un mezzo di trasporto rapido, agile e salutare. L’evoluzione tecnologica delle biciclette elettriche relativizza poi le pendenze e i percorsi più lungi, allargando il potenziale ai meno allenati.
Sono stato tra i primi firmatari dell’iniziativa popolare all’origine di questa modifica costituzionale. Nel processo politico che ne è conseguito sia il Consiglio federale sia il Parlamento hanno ripreso pienamente le richieste di fondo dell’iniziativa proponendo la modifica costituzionale che deve essere ora approvata. Per questo motivo, responsabilmente, l’iniziativa è stata ritirata per semplificare la realizzazione dell’obiettivo.
L’art. 88 della Costituzione sancisce da oltre 40 anni l’impegno federale per sentieri e percorsi pedonali, dal 2018 finalmente anche i percorsi ciclabili. La Confederazione vara i principi, coordina e sostiene misure per favorire uno sviluppo organico e in sintonia con i vari vettori di trasporto.
L’infrastruttura di base va di conseguenza sviluppata. La Confederazione deve impegnarsi maggiormente, almeno come quanto fatto negli ultimi decenni per i percorsi pedonali e i sentieri. Non si tratta di sostituirsi a Cantoni e Comuni, il federalismo è pienamente rispettato. La competenza per la pianificazione, la costruzione e la manutenzione rimane a livello decentrale. Da Berna serve un colpo di pedale per creare una dinamica nazionale.
Il potenziale è enorme sia nella quotidianità degli spostamenti lavorativi e del tempo libero, sia per il turismo che necessita di nuovi impulsi. Il prossimo 23 settembre votiamo quindi SI al decreto federale per la bici! Il sostegno è trasversale da parte di decine di associazioni nel campo del turismo, della salute, dello sport, dell’ambiente e dell’economia; TCS compreso. La gestione e dove necessario separazione dei differenti flussi di traffico crea sicurezza e aumenta le capacità. L’interesse e i benefici sono di tutti e per tutti.