Quale promotore e tra i primi firmatari di questa iniziativa popolare mi rallegro di vederla finalmente all’ordine del giorno. Si tratta di una proposta tanto logica, quanto purtroppo osteggiata da chi ha un approccio prettamente burocratico. Questa è tuttavia politica a favore delle famiglie e dei figli della Svizzera di domani. Non mi faccio illusioni sul risultato parlamentare, ma sono convinto che la popolazione è e sarà con noi. Gli assegni per figli e gli assegni di formazione vanno esentati dalle imposte. Non esistono compromessi o vie alternative. Quanto lo Stato giustamente dà alle famiglie, non deve pesare fiscalmente. Non si può dare con una mano e togliere con l’altra. Chi si oppone a questa iniziativa prende in giro le famiglie.Se guardo e penso a tanti miei coetanei, la gioia alla nascita di un figlio è incalcolabile. Di soli sentimenti ahimè però non si vive e in poco tempo della famiglia si avvertono anche e soprattutto i costi. Più un figlio cresce, più i costi aumentano; dai pannolini ai costi per l’università. Con la crescita dei figli le spese tendono ad aumentare e il potere d’acquisto a diminuire notevolmente. Non ci si chieda poi perché si fanno sempre meno figli.
Questo Parlamento solo pochi anni fa ha introdotto – finalmente, ma con decenni di ritardo – il principio di un figlio, un assegno. Un minimo di 200 franchi al mese per figlio e un assegno di formazione di almeno 250 franchi/mese per i giovani di età compresa fra i 16-25 anni. Molti Cantoni hanno optato per il minimo stabilito dalla Legge federale, altri si sono dimostrati più generosi verso le famiglie. Lo stimolo federale si rivela oggi quanto mai fondamentale!
Quanto incidono 200 o 250 franchi su una famiglia? Se pensiamo che oltre il 70% delle famiglie svizzere vive con un reddito imponibile inferiore a 100’000 franchi, capiamo immediatamente che si tratta di un aiuto concreto, utile e talvolta assolutamente necessario. Un sostegno che attualmente perde però di incisività e valore poiché computato nel calcolo del reddito imponibile. Le conseguenze possono rivelarsi anche pesanti, soprattutto per le famiglie che si trovano su quella linea sottile che, per i motivi più differenti, divide “chi ce la fa da solo” da chi necessita dell’aiuto dello Stato. Un reddito innalzato artificialmente dagli assegni per figli o per la formazione può precludere l’accesso a determinate prestazioni sociali e dare vita a un vortice perverso che tocca le famiglie, ma nel contempo anche tutta la collettività. Un reddito imponibile maggiorato dagli assegni può precludere l’accesso ai sussidi di cassa malati. Pensiamo alle borse e ai prestiti di studio. Se un giovane non può accedervi poiché gli assegni di formazione incidono sul calcolo dell’imponibile questo si troverà in grave difficoltà a proseguire il proprio percorso formativo.
Sono scenari estremi, me ne rendo conto, ma nel contempo rappresentano uno spaccato della realtà. L’iniziativa vuole defiscalizzare gli assegni per figli e gli assegni di formazione. Con l’iniziativa poniamo fine a una situazione paradossale che si trascina da anni: da un lato lo Stato tende la mano alle famiglie e versa annualmente assegni familiari per un valore superiore a 5 miliardi di franchi. Dall’altro, tassa le stesse famiglie per quanto ricevuto e vede ritornare nelle proprie casse circa un miliardo di franchi sotto forma di imposte.
Per rispetto delle 118 425 cittadine e cittadini che hanno sottoscritto questa iniziativa, per una politica famigliare concreta e per porre fine al descritto paradosso discriminatorio del “ti do e poi ti porto subito via”, vi invito a votare SI all’iniziativa popolare “Sostenere le famiglie – esentare dalle imposte gli assegni per i figli e gli assegni di formazione”.

Intervento in Consiglio nazionale sull’iniziativa popolare “Sostenere le famiglie, esentare dalle imposte gli assegni per figli e gli assegni di formazione”, 04.06.2014