Vogliamo introdurre una nuova tassa su tutte le energie non rinnovabili? E per non pesare troppo sui cittadini sopprimiamo l’IVA? La proposta di questa iniziativa è molto complessa e articolata, non permette risposte di pancia, ma impone una riflessione. Si propone un cambiamento che creerebbe uno scossone per le finanze pubbliche della Confederazione. Nel contesto attuale – dove le questioni ambientali sono al vertice dell’agenda politica e dove è urgente pianificare l’approvvigionamento energetico futuro – gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa sono comprensibili. Non mancano tuttavia le insidie e le perplessità legate soprattutto a due aspetti dell’iniziativa:
1. quali ripercussioni avremo abolendo l’IVA?
2. quali maggiori costi per le aziende e i privati comporterà la proposta nuova tassa sull’energia?
Costerà a tutti e si stima parecchio! Non sarà facile trovare un equilibrio. In pericolo vi è la stabilità delle finanze federali. Questo in un momento già ricco di incognite e soprattutto in un’era in cui lo Stato sociale costa sempre più.L’iniziativa propone un’imposizione con effetto dissuadente per le fonti energetiche non rinnovabili, sostanzialmente il petrolio, il gas naturale, il carbone e l’uranio. La nuova tassa sull’energia porterebbe quindi all’aumento del prezzo di tutti questi vettori fossili, come ad esempio la benzina e il gasolio da riscaldamento. Anche il prezzo della produzione di energia elettrica subirebbe un aumento: il prelievo della tassa al momento dell’importazione di gas naturale o di uranio avrebbe come conseguenza un incremento diretto del prezzo dell’energia elettrica prodotta dagli impianti di cogenerazione e dalle centrali nucleari locali. Personalmente ritengo sia opportuno respingere l’iniziativa, senza presentare un controprogetto.
Abolendo l’IVA si andrebbe a sopprimere la principale fonte d’entrate per la Confederazione. La proposta di sostituire l’IVA con la nuova tassa sull’energia genera quindi nell’immediato un significativo ammanco e a medio termine un’enorme incertezza per il bilancio della Confederazione. Si creerà un pericoloso squilibrio nei conti dello Stato. A rischio vi è il funzionamento medesimo della macchina statale federale che, nel sistema federalista elvetico, comporta immediate ripercussioni anche su Cantoni e Comuni. La soluzione proposta non dà certezze di colmare il grande vuoto nel budget. Si dovranno di conseguenza aumentare le imposte generali, ad ogni livello istituzionale, dal Comune alla Confederazione passando per i Cantoni La crescita negli anni sarebbe incessante. La fattura finirà nelle mani del singolo cittadino. La dinamica è molto pericolosa. Questa iniziativa è inoltre molto difficile da legittimare anche da un punto di vista sociale. Si porterebbe il costo di un litro di benzina a circa 5 franchi e di un kilowattora a 50 centesimi. A titolo di esempio, per un’economia domestica si tratterebbe di un aumento annuo della fattura per l’elettricità di 1’300 franchi e di 2’800 franchi per la benzina. E’ uno scenario politicamente insostenibile e inaccettabile. La tassa sull’energia, in sostituzione dell’IVA, non rappresenta quindi una soluzione politicamente ragionevole. Le finanze dello Stato non possono dipendere da una tassa che si vuole incitativa, ma che di fatto non lo è. Non è sostenibile né per la collettività né per i singoli cittadini. Questa iniziativa va respinta, senza controprogetto.

Intervento in Consiglio nazionale, 23.9.2014