I sistemi pensionistici di tutto il mondo sono sotto enorme pressione a causa dello sviluppo demografico e dell’aumento della speranza di vita. In questo contesto appare pericoloso e compromettente dare seguito all’iniziativa popolare “AVSplus” promossa dall’Unione sindacale svizzera. Aumentare in modo generalizzato le rendite AVS del 10% è fuori luogo e non risolve i reali problemi. Anzi mette in gioco il futuro medesimo dell’AVS.
L’AVS si basa sul sistema di ripartizione. I contribuiti delle persone attive vengono immediatamente utilizzati per finanziare le rendite di vecchiaia delle persone in pensione. Nei prossimi anni la generazione dei “baby-boomers”, la più vasta di sempre, andrà in pensione rispettivamente sta già cominciano ad andarci. Risulta chiaro come il numero delle persone al beneficio di una rendita pensionistica aumenterà notevolmente, mentre quello delle persone attive, se tutto va bene, dovrebbe restare solo stabile. In aggiunta l’aumento della speranza di vita, un successo della nostra era, comporterà il versamento delle rendite per un maggior numero di anni. Tutto questo porterà ad un drammatico peggioramento della situazione finanziaria dell’AVS, che già da due anni evidenzia un bilancio negativo.In molti Stati industrializzati si tenta di far fronte a questa sfida demografica aumentando l’età di pensionamento a 67 anni. In Germania di recente si è addirittura iniziato a parlare di portarla a 69 anni. In Svizzera invece, in base ai sondaggi e a un’ampia maggioranza parlamentare, si desidera mantenere i 65 anni. Un lusso che ci possiamo permettere a condizione però che riusciamo a mantenere (…e non peggiorare) le condizioni quadro.
In questo senso un aumento generalizzato “ad innaffiatoio” delle rendite AVS del 10% – anche a chi non ne ha bisogno! – provocherebbe ulteriori e ingenti costi che peserebbero notevolmente sul futuro. Il costo per “aumentare l’AVS”, come lo propone l’iniziativa, ammonta a 5.5 miliardi all’anno. Un’ulteriore “ipoteca” che andrebbe ad aggiungersi a quella già esistente di altri 7.5 miliardi annui, dovuta allo sviluppo demografico citato in precedenza. Complessivamente parliamo quindi di 13 miliardi, ogni anno (!), a carico delle generazioni future.
Lo stesso Consigliere federale socialista Alain Berset afferma che la proposta “AVSplus” non è finanziabile. Senza dimenticare poi che le persone più bisognose, quelle che oggi beneficiano di Prestazioni Complementari e di sussidi, verrebbero penalizzate poiché escluse dalle prestazioni assistenziali.
Non è corretto caricare egoisticamente ulteriori tasse e contributi sulle spalle delle generazioni future per finanziare queste somme insopportabili. Sarebbe un atto di irresponsabilità in particolar modo nei confronti delle giovani generazioni che sono confrontate a un contesto socioeconomico meno stabile e di conseguenza dispongono di una capacità di risparmio inferiore.
Non dimentichiamo poi che parallelamente all’iniziativa “AVSplus” sono attualmente in corso le discussioni parlamentari sulla Riforma per la previdenza per la vecchiaia 2020: un grosso progetto in ambito pensionistico promosso dal Consiglio federale con un approccio globale sia sul 1° che sul 2° pilastro (non solo sul 1° come nel caso di “AVSplus”). Un progetto intelligente ed equilibrato con l’obiettivo di consolidare il nostro sistema pensionistico mantenendo il livello delle prestazioni, di cui il sistema ha bisogno e che l’iniziativa “AVSplus” metterebbe a rischio.
Per dare speranza alle generazioni future e consolidare il nostro sistema pensionistico occorre evitare eccessi inutili. Il 25 settembre occorre quindi votare NO ad “AVSplus”, un’iniziativa che costa miliardi, mette in pericolo le nostre pensioni e che sfavorisce i più bisognosi.