I giochi olimpici sono l’evento sportivo per eccellenza su tutto il globo terrestre. Il prossimo 3 marzo le cittadine e i cittadini del Canton Grigioni dovranno decidere in votazione popolare se dare la possibilità al comitato olimpico svizzero di presentare la propria candidatura per ottenere l’attribuzione dell’olimpiade invernale 2022. I luoghi di gara saranno St. Moritz e Davos, ma è evidente che la manifestazione toccherà tutta la Svizzera. Ci troviamo di fronte a un esercizio di grande democrazia, un approccio tipicamente e (unicamente?) elvetico, una votazione popolare cantonale che deciderà le sorti di una candidatura nazionale.

Anche se non chiamata al voto, l’intera popolazione Svizzera deve sentirsi coinvolta nell’avventura olimpica; è un evento planetario che muoverà tutto il Paese. Personalmente spero che i grigionesi colgano con coraggio ed entusiasmo questa storica opportunità. A seguito di un voto positivo e dopo la decisiva selezione delle candidature, nell’inverno del 2022 (non domani mattina e senza quindi tempo per prepararci) la Svizzera potrà tornare a essere il palcoscenico mondiale delle discipline olimpiche invernali. Come nel 1928 e nel 1948, la neve e il ghiaccio grigionesi avranno la possibilità di accogliere atlete ed atleti, personalità mondiali e sportivi sconosciuti, che si sfideranno in un evento che non ha eguali per risonanza mediatica e indotto economico. Un vero propulsore per il turismo e per la realizzazione di investimenti utili alle future generazioni.

I timori sui costi e sull’impatto ambientale presentati dai contrari sono da considerare con la dovuta attenzione, ma non rappresentano a mio giudizio un valido motivo per respingere questo progetto. La Svizzera ha le capacità e l’attitudine per affrontare un’organizzazione del genere gestendo con grande attenzione sia i necessari investimenti sia l’impatto della manifestazione sul territorio e sull’economia locale. Un’olimpiade sostenibile è possibile; negli ultimi decenni lo si è purtroppo dimenticato. Il progetto grigionese è innovativo e a misura d’uomo, una gran parte delle infrastrutture è già presente a St. Moritz e Davos e quanto pianificato è dimensionato alla realtà locale. Servirà rigore e attenzione, ma in un contesto internazionale con Stati incapaci di gestire la propria quotidianità, la Svizzera, con un voto positivo del Canton Grigioni, ha la possibilità di confermarsi Paese capace di realizzare grandi progetti gestendo con efficacia il presente. Lo spettro di “cattedrali nel deserto” e buchi milionari è legittimo, ma non reale se si legge il progetto completo.

L’occasione olimpica è veramente straordinaria. Anche il Ticino non potrà che avere ricadute positive, pensiamo ad esempio a eventuali campi d’allenamento, a turisti da attirare durante la manifestazione o a possibilità di impiego nella fase di avvicinamento e durante la manifestazione.

In un contesto montano nel quale praticare gli sport tradizionali di un Paese alpino, offriremo al mondo un’olimpiade invernale alpina troppo spesso dimenticata negli ultimi anni (ad es. Torino). I potenziali rivali nella fase di selezione saranno Barcellona (città invernale?) e Oslo, con trasferimenti chilometrici per gli atleti. Il progetto di Davos e St. Moritz ha un’impostazione esattamente inversa – più contenuta, di prossimità e tipicamente alpina – e ha quindi grandi possibilità di successo.

In conclusione spero vivamente che gli amici grigionesi regalino a tutta la Svizzera questa straordinaria opportunità. È difficile immaginare come sarà il nostro Paese fra 9 anni, ma oggi abbiamo tutte le premesse per realizzare un progetto vincente. Si ai giochi olimpici invernali 2022 in Svizzera!