La votazione popolare sulla nuova – e attesa – Legge sull’identità elettronica (eID) è quantomai aperta. Si tratta di un progetto tanto necessario quanto opportuno per una Svizzera che vuole essere al passo con la digitalizzazione e servire i propri cittadini con le moderne tecnologie e i correnti canali di comunicazione.

L’identità elettronica viene impiegata laddove si utilizzano prodotti e servizi online. Sempre più beni e prestazioni vengono acquistati in rete, una tendenza rafforzata nell’ultimo anno di pandemia, che ha visto un’esplosione dell’utilizzo del web. Che si tratti di acquisti, del disbrigo di compiti amministrativi o di contatti con le Autorità, il ricorso a Internet è giornaliero. È pratico e rapido, ma non privo di rischi. La sicurezza delle informazioni e degli accessi è essenziale. Da punto di vista pratico, per ognuno di noi il moltiplicarsi di password e nomi-utente genera errori e preoccupazioni. A chi non è già successo di dimenticare i dati di accesso ad un sito?

Da un punto di vista giuridico, la situazione è ben più allarmante di una semplice dimenticanza. Ad oggi non esistono infatti regole specifiche per l’identificazione in rete, così come nessuna garanzia di sicurezza da parte delle Autorità. Proprio per colmare questa lacuna, il Consiglio federale e il Parlamento hanno elaborato la legge sull’eID. Essa avrà lo scopo di regolare l’identificazione delle persone nella rete in modo tale che tutti i siti sappiano con certezza con chi hanno a che fare. Il suo campo d’azione sarà quindi limitato a quello degli accessi nel web: l’eID garantirà infatti esclusivamente un’identificazione elettronica sicura e non sostituirà in alcun modo il passaporto. La scelta di disporre di un’eID sarà inoltre totalmente volontaria: nessuno sarà obbligato ad averne una o temere di essere escluso dai servizi statali, se deciderà di non richiederla.

Oltre a facilitare la nostra vita quotidiana, l’eID offrirà una protezione contro le frodi d’identità e renderà possibile un controllo online sicuro dell’età. Nel settore dell’e-government e del commercio online, sono attese numerose nuove possibilità e innovazioni, ciò che permetterà alla Svizzera di confermarsi un Paese competitivo e attrattivo.

La legge sull’eID è la risposta svizzera ai servizi di identificazione di società internazionali come Google o Facebook. Un prodotto “fatto e gestito in casa”: regole severe per la protezione dei dati, sicurezza delle informazioni e trasparenza. È espressione del modello elvetico collaudato secondo cui lo Stato agisce come garante e stabilisce le regole del gioco, permettendo al contempo diverse applicazioni innovative e favorevoli al cliente. Con l’eID svizzera, tutti noi otterremo più controllo e trasparenza sui nostri dati, il tutto con meno password e login. Per tutti questi motivi, raccomando un chiaro SÌ domenica prossima.

Opinione pubblicata su Corriere del Ticino, 2 marzo 2021