“Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza” (Seneca)

Gentili Signore ed egregi Signori,
care Amiche e cari Amici,

a ridosso della Pasqua, raggiungo la vostra casella di posta elettronica con qualche informazione sul mio impegno parlamentare, accompagnata dall’augurio di poter vivere momenti di serenità.

La pandemia non ci dà tregua, la campagna di vaccinazioni e di test dà speranza per le prossime decisive settimane, ma nel complesso le difficoltà sono significative. La società, il sistema sanitario e l’economia vivono ormai da dodici mesi dinamiche imprevedibili, alle quali non eravamo pronti. Vogliamo tutti ritrovare “la normalità” e le conseguenze sui vari fronti diventeranno sfide importanti per i prossimi anni.

Durante la sessione primaverile che si è da poco conclusa – accanto a decine di atti legislativi e parlamentari discussi, approvati o respinti – le Camere federali hanno ulteriormente aggiornato la Legge Covid-19. È una legge quadro, in costante sviluppo, che funge da base legale per permettere alla Confederazione e ai Cantoni di gestire la pandemia e di andare in aiuto a chi è colpito dalle conseguenze economiche (settori chiusi, relative filiere, questioni sanitarie, media, cultura, sport, trasporti pubblici, frontiere, diritti politici e altri ambiti chiave). Il Parlamento ha approvato significativi aggiornamenti a favore dei casi di rigore e degli indipendenti: ulteriori 12 miliardi sono a disposizione e ora tocca ai Cantoni passare all’esecuzione con la distribuzione (prima possibile) dei mezzi stanziati per compensare le chiusure forzate e i relativi indotti mancanti su larga scala.

Essere riusciti a far passare una tale legge in due Camere che devono prendere decisioni convergenti in 12 giorni di seduta è stato un grande risultato. La democrazia Svizzera funziona, anche in tempo di crisi.

Il 13 giugno sarà poi il Popolo ad esprimersi in votazione perché è pure riuscito il referendum promosso da chi contesta tutto. Un SI sarà essenziale per non annullare ogni impegno in corso e lasciare il Paese senza un quadro normativo democraticamente sviluppato. Chi oggi lo contesta, non mi pare proponga alternative reali.

Grazie alla mediazione del Centro, la Legge ora statuisce anche chiaramente che “Il Consiglio federale si basa sui principi di sussidiarietà, efficacia e proporzionalità. La sua strategia limita il meno possibile e il più brevemente possibile la vita economica e sociale; a tal fine, la Confederazione e i Cantoni sfruttano in primo luogo tutte le possibilità offerte dai piani di protezione, dalle strategie relative ai test e alle vaccinazioni e dal tracciamento dei contatti“.

Durante la sessione ho preso la parola su vari temi, sia come relatore commissionale sia a nome del Gruppo del Centro-PPD portando soluzioni costruttive, piuttosto che negatività.

  • Il Nazionale ha approvato nettamente una mia mozione che impone al Governo di definire regole – doveri e diritti – unitarie per il telelavoro nell’amministrazione federale. Si facilita la conciliabilità lavoro-famiglia, si riducono le trasferte e il relativo impatto ambientale, e si sprona persone residenti in Cantoni periferici a volere lavorare per l’amministrazione federale. Il tutto quale spunto per il settore privato.
  • Il Nazionale ha approvato una mia mozione che esige uno sforzo supplementare ai Dipartimenti federali per un’equa rappresentanza di tutte le componenti linguistiche, nei vari livelli gerarchici. La macchina statale deve essere capace di capire e dialogare con l’intero Paese; oggi siamo confrontati ad un monolite svizzero-tedesco.
  • Ho depositato una mozione che chiede al Consiglio federale di digitalizzare tutte le chiamate d’emergenza. I numeri 117, 118 o 144 sono oggi spesso inaccessibili per persone sorde o con problemi di udito. Urge un’offerta senza barriere, con sistemi di videochiamata e/o chat; soprattutto tramite la telefonia mobile.
  • Con un postulato ho incaricato il Consiglio federale di presentare un rapporto che analizzi lo stato di avanzamento dei dossier di politica fiscale e finanziaria contenuti nella roadmap siglata dai Governi di Italia e Svizzera nel febbraio 2015. A distanza di sei anni di concreto vi è sì un nuovo Accordo sulla fiscalità dei frontalieri, ma i due Paesi hanno un impegno a risolvere anche la tematica delle blacklist discriminatorie e soprattutto dell’accesso ai mercati finanziari per gli operatori svizzeri; un elemento essenziale per centinaia di posti di lavoro in Ticino.
  • Con un’interpellanza ho rilanciato la discussione inerente gli abbonamenti a prezzi ridotti a favore degli studenti; le recenti decisioni della comunità tariffale nazionale sono penalizzanti per chi studia, ancor di più se vive nella Svizzera italiana.

Sul sito e nel mio profilo Facebook trovate altre mie prese di posizione e interventi.

Ringraziandovi per la vostra vicinanza, auguro a tutte e tutti voi una Buona Pasqua.