Si è chiusa esattamente una settimana fa la 49a legislatura delle Camere federali. Un momento intenso, ricco di emozioni tra colleghi che dopo molti anni lasciano Berna e altri in piena campagna elettorale alla conquista di un nuovo mandato. Anche per il sottoscritto è giunto il momento del “giudizio popolare”. Impegnato e determinato, con quattro anni di esperienza alle spalle, mi propongo ai Ticinesi per continuare il lavoro iniziato nel 2011. Nella mia prima legislatura al Nazionale ho operato – sia nel plenum, ma soprattutto nella Commissione delle istituzioni politiche e in quella della sicurezza – su vari fronti riuscendo anche a trovare maggioranze favorevoli a mie proposte puntuali. Nel complesso sistema dell’Assemblea federale è fondamentale ritagliarsi una posizione fondata su credibilità e conoscenza dei dossier. Anche l’idea più brillante necessita di una maggioranza. A vincere non sono i proclami, ma le proposte che conquistano il favore dei colleghi. La presenza a Palazzo federale è tanto importante quanto la rete di relazioni che si riesce a tessere.
La campagna elettorale è entrata nelle volata finale. Numerose cittadine e cittadini hanno già votato, altri lo faranno in questi e nei giorni a seguire, mentre molti rinunceranno per i motivi più disparati. Nel 2011 la partecipazione raggiunse in Ticino solo il 54.3% (non che a livello nazionale si faccia meglio). Il disinteresse è diffuso. Il potenziale di mobilitazione di elettori “spenti” e di elettori “occasionali” (d’opinione) è quindi molto elevato; uno su due. Malgrado un impegno massimo di prossimità al cittadino e di volontà di comunicare in maniera diffusa il proprio operato si fatica sempre più ad attivare nuovi elettori. Talvolta è frustrante. Ore di lavoro e pregevoli risultati sono ignorati, mentre un buon titolo, magari provocatorio (senza che dietro vi sia un minimo impegno concreto) è sufficiente a esaltare ampie cerchie di elettori. È la società moderna della comunicazione globale, rapida e superficiale. Conta la forma, meno la sostanza.
Il PPD è oggettivamente in difficoltà. Il sondaggio pubblicato questa settimana dal Giornale del Popolo conferma il riscontro emerso a metà settembre. Il PS, con il sostegno utile di vari elettori di sinistra, si avvicina ed è vicinissimo al sorpasso, a una manciata di voti dalla conquista del secondo seggio. In questo contesto è lecito attendersi una fortissima e diffusa reazione nella base PPD volta a ottenere una crescita di consensi e di conseguenza una vittoria elettorale. Il potenziale è presente. Il PPD ha un’anima sociale pragmatica e diffusa, presente a Berna e attenta alle sfide concrete di una società che tende a privilegiare la prestazione e il profitto, dimenticando l’equilibrio e il valore dell’essere umano.
Continuerò a invitare tutte e tutti al massimo impegno perché il PPD è un Partito vincente nell’arena politica ed è ora che lo dimostri anche con una vittoria elettorale. Una vittoria infonde entusiasmo ed energia in vista delle elezioni comunali del prossimo anno e rilancia la legislatura in corso. Come amo ripetere le elezioni sono un momento, mentre la politica è un impegno continuo e incessante. Bene, ora è giunta l’ora che il PPD “vinca un momento”. Grazie a tutti per quanto potrete fare!

Editoriale, Popolo e Libertà, 2 ottobre 2015