In una breve intervista pubblicata il 18.11.2015 sul Giornale del Popolo alcuni argomenti a sostegno dell’iniziativa del PPD “NO agli svantaggi fiscali per le coppie sposate”.

Ci spieghi perché i contenuti di questo testo sono lodevoli.
Quest’iniziativa, in sostanza, chiede di eliminare subito quella che, tradotta dal tedesco, è chiamata “tassazione del matrimonio”, che è una grave ingiustizia, confermata dalla sentenza del Tribunale federale del 1984. Essa prevede un trattamento fiscale discriminante delle coppie sposate rispetto alle coppie di concubini: in sostanza una coppia sposata paga di più rispetto a quando era solo convivente. Questo è estremamente discriminatorio perché la fiscalità non deve penalizzare le coppie coniugate. La distorsione del sistema è stata riconosciuta dal TF già nell’84 e i Cantoni hanno man mano cercato di colmare la disparità, ma a livello federale non è stato fatto nulla. Ecco da dove nasce questa iniziativa popolare. Governo e Parlamento per anni hanno fatto orecchie da mercante e ora, incomprensibilmente, propongono di respingerla con argomentazioni fuorvianti e irrispettose dell’istituzione del matrimonio.

Le critiche sono incentrate sui costi e sul concetto di matrimonio, esclusività di coppie eterosessuali
L’argomentazione riguardante i costi è estremamente offensiva nei confronti dell’istituzione del matrimonio che è uno dei fondamenti della nostra società. L’eliminazione della distorsione non può quindi essere vista in termini di amman- chi fiscali, dal momento in cui, come detto, è una discriminazione riconosciuta dalla massima autori-tà giudiziaria federale. Dopo oltre trent’anni dalla sentenza e dopo che tutti i Cantoni hanno corretto questo errore, non si può non farlo anche a livello federale usando la scusa dei costi. Lo Stato incassa ingiustamente delle imposte maggiorate e questo non si giustifica.
Riguardo a chi combatte assurdamente e ingiustamente l’iniziativa perché nel testo si cita il matrimonio quale unione duratura tra un uomo e una donna, ritengo strumentale la motivazione. L’iniziativa è concepita su base esclusivamente fiscale e non ha nulla a che vedere con la definizione di matrimonio. Il concetto utilizzato nel testo è quello riconosciuto dal commentario della Costituzione federale, dal Codice civile svizzero e dalla giurispru-denza del Tribunale federale. È la definizione vigente di matrimonio; ci mancherebbe che non si usi questa. Non sta all’iniziativa dare una nuova definizione al matrimonio. La critica è oltretutto fuori luogo dal momento che l’iniziativa concerne anche le coppie in unione domestica registrata e non discrimina nessuno. La discussione sui matrimoni gay (che mi vede tra i contrari!) non ha nulla a che vedere con questa iniziativa popolare di carattere fiscale. Gli argomenti presentati sono inconsistenti, fuori tema e penalizzano decine di migliaia di giovani famiglie che pagano troppe imposte.

Intervista pubblicata su Giornale del Popolo, 18.11.2015