Nei prossimi giorni arriverà nelle case dei ticinesi una nuova busta contenente materiale elettorale. «Ma ancora?» si chiederanno in tanti ritirandola dalla bucalettere. Cantonali in aprile, federali il mese scorso, cosa manca? Il sistema elettorale impone un secondo turno per l’elezione dei due rappresentanti ticinesi al Consiglio degli Stati, la cosiddetta Camera dei Cantoni. Filippo Lombardi e Fabio Abate, entrambi in carica, si ripresentano ai ticinesi per continuare il loro efficace e concreto lavoro a favore del Paese in rappresentanza del Ticino. È l’ultimo appuntamento elettorale dell’anno, fondamentale per completare la composizione della deputazione ticinese alle Camere federali. Vale la pena aprire la busta e fare uso del proprio diritto di voto; si tratta di due crocette. Ne va della difesa del Ticino nel contesto nazionale.
La rappresentanza al Consiglio degli Stati è di fatto la massima espressione del nostro sistema democratico capace di integrare tutte le minoranze dando eguale forza a tutte le componenti del Paese indipendentemente dalla popolazione residente. Nella Camera dei Cantoni, infatti, i 350’000 cittadini residenti in Ticino hanno la stessa voce e forza del quasi milione e mezzo di zurighesi e del milione di residenti nel canton Berna. Poco importa la dimensione o l’aspetto demografico: ogni cantone ha diritto a due rappresentanti. Il Consiglio degli Stati è garante di un giusto equilibrio fra gli interessi della maggioranza e quelli delle minoranze. Crea equilibrio con il Consiglio nazionale, Camera in cui gli agglomerati urbani sono padroni. Al Nazionale siedono 35 zurighesi e 25 bernesi, senza dimenticare i 18 vodesi, a fronte degli 8 ticinesi. Nella storia del Paese questo sistema ha assicurato il rispetto della pluralità, della sovranità dei Cantoni e ciò anche grazie al lavoro dei consiglieri agli Stati, voci di fondamentale importanza per la difesa degli interessi particolari dei singoli cantoni. Servono persone con esperienza, preparate, credibili, capaci di costruire alleanze e consensi. Non conta la voce grossa, ma la credibilità politica. Gli slogan si perdono nelle discussioni di sostanza. Da soli non si cambia nulla.
Filippo Lombardi opera al Consiglio degli Stati dal 1999. Non necessita di presentazioni. Per ripercorrere tutto quanto da lui promosso e realizzato non è sufficiente lo spazio di un contributo. Le sue competenze sono riconosciute da tutti, avversari compresi. Personalmente nella scorsa legislatura ho avuto il piacere e l’onore di vederlo in azione da vicino e di poter collaborare con lui su temi importanti. Per efficacia e forza propulsiva ha pochi concorrenti. Numerose analisi lo posizionano tra le persone più influenti sotto la cupola di Palazzo federale. Sempre discutibili per il metodo adottato, quando più analisi giungono al medesimo riscontro una tendenza può essere definita realtà. Conosce persone e dossier, ed è conosciuto da tutti. È capace di trovare ascolto e sostegno presso tutti i consiglieri federali e sa muoversi con disinvoltura nei meandri dall’Amministrazione federale, il vero centro di potere tecnocratico del nostro Paese. Le sue numerose qualificate conoscenze internazionali sono sempre d’aiuto. Quanto raccolto o smosso in questi ambiti trova poi spesso – con grande abilità e credibilità – seguito nei colleghi agli Stati e anche al Nazionale. Non ho dubbi e invito tutti i cittadini e le cittadine di questo cantone a mettere una crocetta accanto al nome Filippo Lombardi. Indipendentemente dal colore partitico o dalla condivisione di tutto le posizioni, un voto per Filippo Lombardi è un voto per il bene del Ticino. Io sto con Filippo!

Opinione pubblicata su Corriere del Ticino, 07 novembre 2015.